sabato 16 maggio 2015

Recensione del film "AMERICAN SNIPER" ***SPOILER***

***SPOILER!***

- Allora?
- Mmh?
- Dai, non farti pregare… Ti sono piaciuto o no? Se non ti sono piaciuto puoi dirmelo, non mi offendo.
- Guarda, American Sniper, è una domanda da un milione di dollari…
- Come sarebbe?
- Ok, non sei stato male. Ma non riesco ad inquadrarti.
È da un po’ che sento parlare di te, sai. Ho letto quello che hanno scritto su Ondacinema e l’Internazionale, che sei un film nazionalista, pro-U.S.A. e pro-guerra. Eppure…
- Eppure?
- Qualcosa non mi quadra… Alcune cose fanno pensare a tutt’altro.
- Eh, già… Del resto, il mio regista è Clint Eastwood, repubblicano purosangue. Dio, patria e famiglia. È facile aspettarsi un film di propaganda filo-americana…
- Già, Clint Eastwood è parte del problema. Ha diretto capolavori come “Mistic River” e “Gli Spietati”, ma anche ciofeche come “Invictus”e “Hereafter”... Non si sa mai cosa aspettarsi. 
- Tesoro, saranno anche ciofeche, ma Eastwood resta Eastwood, ossia uno dei migliori registi in circolazione… Ma torniamo a noi: tu, e molti altri con te, ti sei fatta ingannare dal chiasso.
È vero, racconto la storia di Chris Kyle, un ragazzone texano che si fa quattro turni in Iraq e diventa “il cecchino più letale nella storia dell’esercito degli Stati Uniti”.
È vero, parlo di valori tipicamente americani: la famiglia, lo spirito di corpo, il “veniamo a portarvi democrazia perchè voi siete dei selvaggi”.
Ed è vero che ho fatto la gioia dei botteghini di tutto il mondo, soprattutto in quelli americani.
- Esatto. Dimmi tu, cosa devo pensare?
- Guarda, andiamo con ordine. Anzitutto, lascia perdere i botteghini americani: è brava gente, ma vengono su facendo il giuramento alla bandiera ogni giorno, non si può pretendere che sappiano cogliere le sfumature in un film come me.
Poi, parliamo del mio protagonista, Chris Kyle. Dimentichiamo per un attimo che sia un tiratore scelto, un soldato formidabile e quant’altro. Secondo te che tipo è? 

- Beh, è il classico eroe americano, no? God, country and family, come hai detto tu. Pick-up, rodei e birra scadente.
- Esatto. È bravo a sparare ed ha un cuore d’oro, ma non arriva molto più in là. Ti ricordi la scena a casa dello sceicco? Chris continua a ripetergli di guardarlo negli occhi quando parla con lui, come se parlasse ad un qualsiasi furfantello di strada, come se lui effettivamente potesse capire la sua lingua. Non gli passa per la testa di essere in un paese straniero con usi e costumi stranieri. Il suo pensiero è “Sono americano, il mio è il paese migliore del mondo, sono dalla parte della ragione e della civiltà”.
E pur essendo animato da ottime intenzioni, come combattere i terroristi e proteggere i suoi compagni, il suo comportamento da americano-a-cazzo-duro finisce per far morire male sia lo sceicco sia il suo figlioletto.




- Quindi, secondo te, Clint Eastwood si è appoggiato a te per fare polemica?
- No, io non faccio polemica. Io sollevo delle questioni. Ti presento un protagonista che è il tipico ragazzone texano, animato da un patriottismo puro e sincero: gli mettono in mano un fucile, gli dicono di sparare ai terroristi e lui risponde “signorsì”. Non si ferma a pensare o a porsi domande perchè non ha la preparazione nè la cultura per darsi delle risposte.
Ammazza un sacco di gente, torna a casa dalla moglie e non ha le risorse per elaborare ciò che ha fatto. Non dà di matto, ma quasi. E alla fine viene ucciso da un reduce schizzato.
- No, non capisco. Se è come dici, perchè tu finisci con le celebrazioni strappalacrime per le esequie di Chris Kyle? Possiamo parlare fino a domattina, American Sniper, ma non mi convincerai mai di essere un film anti-americano.
- Ma certo che non sono anti-americano! Il mio regista è pur sempre Clint Eastwood. E difatti io parlo di rispetto e stima per i soldati. Ma parlo anche di compassione. 

Il mio messaggio è che gli americani ci credono veramente alla libertà, alla giustizia e al sogno americano. Abbracciano questa cosa come solo gli ignoranti possono fare, perchè non hanno nient’altro.
E ringraziando il cielo, qualcuno (tra cui anche Mrs. Pasetti) questa cosa l’ha capita. Bradley Cooper, ad esempio, l’ha capita fino in fondo… Il ragazzo si dimostra un attorse molto intelligente, che gioca con le sfumature e con i particolari. Gli basta strizzare gli occhi una volta in più e tenere uno sguardo sfuggente per farci pensare “stress post-traumatico”. E riesce a mettere in luce la vulnerabilità e la contraddizione del soldato americano senza mai mancare di rispetto.
- Mmm… Da questo punto di vista, la propaganda non c’entra nulla, in effetti…
- Che posso dirti... Io non ho nulla contro la propaganda. “Casablanca” è un film di propaganda. “La corazzata Potëmkin” lo stesso. Perciò se qualcuno vuole dire che sono un film di propaganda, che faccia pure. Ci sono precedenti illustri.
- Mmm…
- Cosa?
- Va bene, dai. Mi sei piaciuto.
- Eh, no. Adesso non vale più…
- Ah. Vorrà dire che vale con il prossimo giro

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