giovedì 7 maggio 2015

Recensione del film "CAKE" ****SPOILER****

****SPOILER****

- Senti, devo chiederti una cosa...
- Mmh? Cosa c'è?
- So che non si dovrebbe chiedere...
- Cosa?
- No, non importa, lascia stare...
- Dai, dimmi.
- No.
- Cake, dimmi.
- Insomma, come sono andato? Ti è piaciuto?
- Oh, Cake... Sei un bel film. Non perfetto, ma sei un bel film. Puoi stare tranquillo.
- Non perfetto? È la trama, vero? Troppo debole, lo sapevo... Sa di già visto...
- Non lo so, Cake... La tua trama sa di già visto, è vero: la protagonista, Claire, è ferita nel corpo e nello spirito, affetta da dolori costanti e manie suicide, e tu racconti di come lei cerca di tornare a stare bene con se stessa. Uno schema classico, da una situazione disperata ad un lento, progressivo miglioramento.
- Ecco, lo sapevo...
- Aspetta, non sto dicendo che sia un problema. Lo schema è classico, ma è trattato in modo abbastanza originale.
- Davvero? Allora forse la sceneggiatura, i dialoghi, poco efficaci?
- No, non direi. Forse a tratti la sceneggiatura cede ad una certa retorica, ma in generale fila tutto liscio, non è mai banale . E mi sono piaciute molto le sortite in spagnolo di Adriana Barraza, l'attrice che interpreta la domestica di Claire, Silvana.
- È la regia, vero? Lo sapevo, è la regia. Daniel Barnz non è stato all'altezza...
- Invece no. Il regista ha diretto “Beastly”, è vero, ma è stato un errore di gioventù. Con te ha già cominciato a farsi perdonare. Le regia e la fotografia sono efficaci ed espressive senza essere arroganti. E il montaggio, in alcuni momenti, è davvero atipico, ma in modo positivo.
Secondo me, Cake, se hai dei difetti non sono nella regia.
- Allora cosa?
- Alcune scelte narrative. Il personaggio di Nina, l'amica di Claire che si è appena suicidata, non funziona. Appare in forma di allucinazione, o di sogno, a “tormentare” Claire. Voglio dire, cosa significa? È la debolezza di Claire? La sua tentazione di farla finita? Che rapporto c'era tra le due prima che Nina morisse? Non lo so, Cake, sembra che ci siano delle lacune...






- Beh, ma non deve per forza essere tutto definito, no? Certi dettagli possono restare ignoti...
- In parte hai ragione, sì. Ad esempio, l'incidente di Claire: non lo mostri nel dettaglio, solo quel tanto che basta alla trama. Lo stesso vale per il personaggio di Leonard, che hai fatto vedere per meno di un minuto, il tempo necessario perché capissi che è stato lui a causare l'incidente di Claire. E così funziona.
Invece il rapporto con Nina resta inspiegato, lo stesso quello con l'ex-marito. Di Leonard e della ragazzina in fuga non si sa più nulla. Certi nodi narrativi devono essere almeno accennati, altrimenti la storia ne risente, e Iva Palmieri è d’accordo con me.
E il tuo finale, tesoro, è decisamente troppo frettoloso, lasciatelo dire...
- Ho capito... Non ti sono piaciuto...
- Ti sbagli, Cake. Mi sei piaciuto. Perchè la prestazione di Jennifer Aniston, che interpreta Claire, basta a tenerti in piedi e vale il prezzo del bigliettto.





- Oh, meno male...
- Ti fa sentire il dolore e l'agonia di ogni passo. Se penso che prima di questo film aveva fatto praticamente solo commedie romantiche e ruoli leggeri, ha fatto proprio un bel salto. Si fa vedere senza trucco, con la faccia ed il corpo gonfi e sformati, la pelle unta e sfatta. È un’attrice che aveva sempre fatto della bellezza fisica e del talento comico i suoi punti di forza: con te, prende una strada completamente diversa. Non sono tanti gli attori che hanno il coraggio di fare una cosa del genere. Ancora meno sono quelli che lo fanno con successo… Sai chi mi ricorda?
- No, chi?
- Un tale Matthew McConaughey, che da film in cui faceva il bambolotto palestrato è passato film drammatici, dando alcune delle migliori prestazioni attoriali di questi anni. Penso a Mud, a Dallas Buyers Club. Penso a True Detective.
Se tanto mi da tanto, può darsi che Jennifer Aniston abbia appena cominciato una nuova fase della sua carriera...
Ad ogni modo: se sei un film decente, Cake, è merito suo. Lei e Adriana Barraza ti tengono in piedi da sole. Ti permettono di trattare i temi del suicidio e del lutto con leggerezza e rispetto, senza scivolare nello humour nero e senza eccessi drammatici.




- Oh… Quindi sono un bel film! Alla fine, sono un bel film, giusto?
- È quello che ho detto da subito, Cake. Non il migliore di quest’anno, quello no… Ma neanche il peggiore, dai. Potresti essere ricordato come la chiave di volta nella carriera di una grande attrice.
- Oh, bene!
- E adesso dormi, Cake...

2 commenti:

  1. Ma in che bel blog sono capitata!
    Ciao, bellissima la tua idea di dialogare con i film, e bellissimo questo dialogo in particolare con Cake, un bel film, non un capolavoro, ma che regge bene.

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  2. Molto bello anche il tuo blog, me lo sono segnato!

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