sabato 4 luglio 2015

Recensione del film "MAGGIE" *** SPOILER ***

MAGGIE
- Oh, Maggie… Maggie…
- Mmm? Ti è piaciuto?
- Certo che mi è piaciuto. Mi hai fatto passare un'oretta e mezza molto piacevole. Sei scorrevole, molto curato, mai banale.
- Oh, beh, grazie…
- Mi è piaciuta la tua ambientazione, sai? Grigia, perennemente rannuvolata, in lento disfacimento. Sembra che il cielo replichi la carne cinerea e venata degli zombi.
- Già, gli zombi… Se ne vedono spesso, nei film, nelle serie tv… Temevo che il tema fosse venuto a noia...
- No, tesoro. Il tema degli zombi è centrale, certo, ma riesci ad approfondire delle prospettive diverse.
Normalmente, i film con gli zombi sono la fiera dello splatter: è una gara a chi ne fa fuori di più e nel modo più truculento. Tu non lasci spazio nè allo splatter, nè all’umorismo, nè all’action. Sei un film con gli zombi intimista e malinconico.




- Oh, dici?
- Eh sì, tesoro… Ti concentri sulla storia di una tipica famiglia americana: padre agricoltore, madre casalinga, due figli piccoli ed una figlia maggiore dal carattere ribelle, Maggie, che è stata contagiata e si sta lentamente trasformando.
E adoro come mi hai raccontato la storia: scopro che la madre di Maggie è in realtà la seconda moglie del padre quando telefona al dottore, che la vera madre di Maggie è morta, che tipo d’uomo è il padre, Wade, che sarebbe il protagonista. In questo modo, e grazie anche alla regia, la trama risulta verosimile anche in un contesto come l’apocalisse zombi.
- Niente orde di morti viventi, niente crani spaccati a suon di mazze da baseball e fucilate… Mi interessa spiegare com’è avere una figlia che è affetta da una malattia degenerativa, ecco. Nel caso specifico, una malattia degenerativa che porta le persone alla follia ed al cannibalismo e che si trasmette tramite morso.
E hai visto che bel lavoro ha fatto il mio regista, il giovane Henry Hobson? Il ragazzo è al suo primo film, sai…
- In effetti se l’è cavata bene. Certo, se non era per Arnold nel ruolo del padre...
- Prego?
- Eh, dai. Se non c’era Arnold Schwarzenegger, probabilmente saresti passato del tutto inosservato.
- Oh.. dici?
- Ma sì, tesoro. Schwarzenegger è una delle star più in voga del momento, ha capito come funzionano i social network e per un retweet venderebbe i suoi figli. 





Tu sei un bel film a prescindere da Schwarzenegger, sul serio, ma è grazie alla sua faccia nelle locandine che la gente è venuta a vederti. Ma vuoi sapere la cosa che mi piace di più di te?
- Mm?
- Provi con tutte le forze di farci dimenticare che il protagonista è quello che ha fatto "Terminator", "Conan" e compagnia bella. È piacevole, per una volta, vedere Schwarzenegger fare qualcosa che non sia sparare alla gente con un mitragliatore.
E Arnold ci prova, questo va detto. Ce la mette tutta. Ad alcuni sarà piaciuto, ad altri no, ma gli va riconosciuto il merito di aver provato, a ridosso dei settant’anni, a fare qualcosa di completamente diverso dal suo standard di riferimento, in un film con il budget più basso dai tempi di "Terminator".
- Però, tesoro, in effetti…
- Cosa?
- Arnold Schwarzenegger non sa mica recitare…
- Ma certo che no. Ho detto che ce la mette tutta, non che ci riesce. Schwarzenegger non è un attore, è un imprenditore eccezionale. Ha saputo destreggiarsi con ruoli ritagliati su misura per lui, è diventato uno degli attori più “bankable” in circolazione e sta cavalcando alla grande l’onda lunga dei remake che piacciono tanto a Hollywood.
Mettiamola così: il tuo attore protagonista non è particolarmente dotato, ma grazie a lui hai avuto un successo che il film di un regista esordiente, per quanto ben fatto, normalmente se lo sogna. Nella storia del cinema, non sei certo il primo e non sarai l’ultimo...
Eggià, dura lex sed lex... E di Abigail Breslin che mi dici?
- Mah… Come attrice non mi dispiace, ma in questo film non c’entra quasi per niente… Dai, come si fa a scegliere un’attrice dalle forme abbondanti e generose per il ruolo di una ragazza divorata da un virus?





- Tesoro mio, ricordati che sono un film a budget ridotto... Bisogna prendere quello che passa il convento...
- Hai ragione anche tu. E comunque, anche il tuo finale...
- Non ti è piaciuto? Ahimè, non sei l'unica...
- Sì che mi è piaciuto, invece! Perchè non cedi a spettacolarismi o a colpi di scena annunciati. Finisci come ci si poteva spettare, in modo coerente e realistico. E sei piaciuto anche al Signor Tronconi.

- Oh... Beh, tutto sommato, non mi posso lamentare, no?
- Direi di no, dolcezza. Dormi, adesso. Domattina devo lavorare, ma se ti svegli presto possiamo salutarci come si deve...

4 commenti:

  1. Però due paroline in più sul finale, essere un po' più esplicito, ... non potrò andare a vederlo molto presto e dovrò stare con la curiosità.

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    1. Ho già detto troppo. In linea di massima, non mi piace sputtanare il finale dei film... metto l'avviso ***SPOILER*** solo perchè magari faccio qualche accenno alla trama e qualche lettore si può risentire anche di quello.

      Nel caso di questo film, il finale non è la parte migliore, ma rimane sicuramente in linea con la trama.

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  2. Io sono stata ben più spietata, hai ragione, ma tutta questa delicatezza mi ha annoiato non poco. Sono rimasta in attesa di un guizzo, di un po' di cuore, invece tutto è rimasto piatto e freddo. Un peccato, che poi sì, senza Arnold questo film difficilmente sarebbe uscito nei nostri cinema o avrebbe avuto tutto questo appeal.

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  3. Sulla piattezza non posso darti torto, tuttavia a me non è dispiaciuta troppo. Un film piatto sugli zombi, se non altro, doveva ancora vedersi.
    Per lo meno, con questo film dovremmo aver sviscerato ogni possibile sfumatura dell'apocalisse zombi nel midwest statunitense...

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